Anna Bonanni – Parma Gennaio 2015
GIUSEPPE ORSENIGO – Collettiva – SUGGESTIONI DINAMICHE CONNESSE
Galleria Sant’Andrea – Parma
Del maestro Giuseppe Orsenigo, vanno considerati i trent’anni di segreto lavoro per la pittura, passione tenuta “nascosta” in virtù del suo essere imprenditore e designer nella sua Cantù, culla dell’artigianato del legno. Nel poco tempo libero che la professione gli permetteva si dedicava alla pittura con tenacia, sostenuto nella sua visione artistica, dalla propria esperienza nel legno, di cui detiene un brevetto aziendale.
Questa premessa, ci introduce al tema della sua pittura, allo stilema materico-pittorico e all’uso di materiali eterogenei con i quali egli dipinge. Dal lungo background matura la decisione di fare la sua prima esposizione, nel 2001 (alla galleria Mauri di Mariano Comense). Da quella data, muove il dipingere di cui ci stiamo occupando consci della sua complessa architettura fuori dalle catalogazioni, inconciliabile parametro se riferito al suo vasto campo creativo. C’è nelle costruzioni una tridimensionalità da esperto conoscitore dei volumi, la declinazione di temi ricorrenti allude a reminiscenze simboliste-espressioniste. Gli strumenti polimaterici sono l’aggregato di una pittura informale, dove la manualità dell’assemblatore artigiano incontra il pittore. Da perfezionista sottopone il suo operato al giudizio del suo io creativo, in una miscela di astratto e di concreto teso a mostrare l’altra faccia del realismo. La fantasia, il gusto della sovrapposizione, degli impasti cromatici che generano spessori prossimi alla scultura, sono in definitiva, degli spunti generatori dei pretesti tematici.
Sostanzialmente una astrazione surrealista, percorre le opere realizzate con legno, vetri, metalli, corpi, volti, specchi, legno, plastica, plexiglas, colori, pretesti e punteggiatura di un percorso intrigante, sfumati da atmosfere di umana delicatezza.
Una sinergia tra la potente fantasia, e gli spunti di casualità provenienti dalla estrapolazione dei temi quotidiani, che il maestro trasforma ed integra nel suo percorso pittorico piuttosto che, nella scultura o nel design.
Lo studio dettagliato delle opere richiede un processo lungo, meditativo, sorprendente per la varietà della tavolozza, della figurazione a tratti estraniante, quanto basta per dare una misura di prossimità per la comprensione dell’opera.
In positivo alla domanda: “Cosa racconta la tua pittura, come la definiresti?”
Orsenigo ha risposto: “ Resto legato a chi crede che non si dipinge per mandare un messaggio: per quello esistono vari modi dai telegrammi agli SMS. La mia è una pittura di emozioni…” G. Orsenigo è un singolare artista di immagini: usa il collage, gli incastri cromatici e gli oggetti, integrandoli come parti di un puzzle nei suoi scenari fantastici popolati di figure archetipe, di cui il manichino, è certamente l’emblema. Fatalmente affrancatosi al suo trentennale impedimento di fare pittura, proprio come era nella sua intenzione, oggi, compone capolavori con sicurezza e umiltà, regalandoci opere dal respiro internazionale.
Sono congeniali all’artista sedimenti e spunti coerenti taluni sono ispirati dalla sofferta astinenza dal fare pittura, altri, invece, irrompono alla luce per una ricerca o una urgenza emotiva: sostanziale Humus di un immaginario magma animato di creature.
Un modo per affermare un punto di vista non omologato, la pittura come ogni altro mezzo espressivo ha i suoi codici, che il disegnatore, pittore Orsenigo, conosce. Dal suo prolifico mondo creativo è lecito, persino facile, attendersi ancora emozioni da manifestare e trasmettere.
Parma Gennaio 2015
Anna Bonanni